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Macellum di Pozzuoli


Il Tempio di Serapide, risalente all’epoca romana (I – II secolo d.C.), altro non è che l’antico mercato romano (macellum) di Pozzuoli. L’edificio venne denominato impropriamente Tempio di Serapide per il rinvenimento di una statua del dio egizio all’epoca dei primi scavi. L’edificio, messo in luce alla metà del XVIII secolo, sotto il regno di Carlo III di Borbone, è il luogo che più di ogni altro, insieme all’antica città di Baia, è stato testimone nei secoli del fenomeno del bradisismo dei Campi Flegrei. Per secoli, le colonne del Tempio di Serapide hanno rappresentato l’indice metrico più preciso che si aveva a disposizione per misurare il fenomeno del bradisismo dei Campi Flegrei. Fino al 1983 si trovavano parzialmente sommerse dal mare ed oggi si ritrovano al di sopra del livello del mare. Osservando il lungo fusto delle 3 grandi colonne del Serapeo si vedono ancora i fori dei datteri di mare (molluschi foraminiferi che vivono a pelo d’acqua) che indicano chiaramente il livello più alto a cui è giunta in passato l’acqua del mare. La base del tempio è collegata con dei sotterranei naturali al mare: quando il bradisismo si trova in fase passiva, il tempio scompare sotto diversi centimetri d’acqua.
L’edificio è simile ad altri mercati di epoca romana che ancora si conservano in tutta l’area mediterranea (come quelli di Roma, Timgrad, Djemila, Perge e Cremna), solo che questo di Pozzuoli è senz’altro il più monumentale ed integro, grazie anche alla sommersione bradisismica che lo ha preservato da una più grande spoliazione dei suoi elementi architettonici.
Il sito archeologico di Serapide, costruito sotto Alessandro Severo (imperatore negli anni 222-235 d.C.) secondo lo schema tipico dei mercati del mondo romano, si presenta come un cortile rettangolare circondato da file di tabernae (botteghe) accessibili dalla piazza o dalle strade perimetrali. Ancora oggi si possono vedere le gradinate con balaustre a forma di delfino, marmi rosa, fregi raffiguranti mostri marini, colonne decorate con figure di tritoni e nereidi che splendono ancora tra quelle che erano le botteghe dei commercianti.

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Via Serapide, 13 Pozzuoli (Napoli)